IV. “Zwielicht - crepuscolo” (6.I.2011) audio

La parola tedesca Zwielicht possiamo tradurrla in italiano con ‘crepuscolo’, quindi si tratta di una qualità di luce, una luce che si crea in un momento di passaggio, il passaggio dalla notte al giorno, e dal giorno alla notte. Ma non è l’alba o il tramonto, perché l’alba o il tramonto sono connesse con il sole, quindi con il sorgere o il venire meno di una luce forte, chiara, che illumina. Lo Zwielicht, il crepuscolo è invece il momento prima del sorgere del sole o specularmente quello dopo il tramonto.

Fino a qui è tutto chiaro, ma la parola tedesca Zwielicht non significa solo questo, indica invece una qualità di luce che può crearsi in qualsiasi momento della giornata. Lo si capisce bene se andiamo a vedere la composizione della parola (sempre di due elementi): il primo, zwie-, è un prefisso che significa zwei (‘due’) e cioè bi-, la seconda parte della parola è Licht, ‘luce’; quindi la traduzione letterale della parola Zwielicht sarebbe ‘biluce’.
Una doppia luce quindi, che nei paesi nordici, specialmente in Germania, si crea facilmente, per esempio quando il sole sparisce o è nascosto anche per giornate intere dietro vari strati di nuvole che possono filtrare la luce solare in maniere diverse, ma sempre in modo indiretto.

Chi di voi è stato in Germania sicuramente sa di che qualità di luce sto parlando, perché si crea spesso anche in estate. Ha l’effetto che c’è una luce chiara, quindi si vede senza problemi, ma è come se la luce mangiasse i colori. Tendenzialmente i colori si trasfomano in sfumature infinite di grigio, quindi pur vedendo bene, non si capisce fino in fondo la qualità delle cose.

è un tipo di luce che può creare una strana sensazione, di inquietudine, di insicurezza, è una luce doppia, appunto una biluce, infatti si parla di Zwielichtstimmung (cioè di uno stato d’animo creato proprio da questa luce). Non a caso per esempio in tedesco si è creato un aggettivo, e cioè zwielichtig, che significa ‘apparire sotto una doppia luce’. Una situazione può essere zwielichtig e cioè è ambigua; lo stesso si può dire di una persona, eine zwielichtige Gestalt, una figura ambigua, qualcuno di cui non capiamo fino in fondo che cosa pensa, che cosa vuole.

Sicuramente alcuni di voi conoscono la figura di Mackie Messer della Dreigroschenoper, l’opera da tre soldi di Bertolt Brecht, di cui si dice: “Und der Haifisch, der hat Zähne und die trägt er im Gesicht, und Macheath, der hat ein Messer, doch das Messer sieht man nicht” (Quanti denti ha il pescecane e a ciascun li fa veder, e Macheath lui ha un coltello ma chi mai lo può saper). Quindi Macheath, la figura di Mackie Messer, nasconde qualcosa, nasconde un oggetto, e con questo la sua vera natura.

La parola Zwielicht viene originariamente dal nord della Germania, dove questo tipo di luce è più frequente, ma si diffonde nel Settecento, quando i fenomeni della natura diventano importanti come specchio di una certa Innerlichkeit, dell’espressione del mondo interiore. Un mondo interiore in cui le sfumature, i passaggi incerti sono forse più interessanti delle tinte decise.