4 parole migranti

Dal 3 al 7 gennaio 2011 Eva Taylor è stata ospite di Fahrenheit (Radio3 Rai), nella rubrica Vocabolario migrante. In queste pagine vengono riproposte le parole scelte per quell’occasione.

I. “Rauhnächte - notti pungenti” (3.I.2011) audio

Rauhnächte – notti pungenti o notti aspre: è un parola tedesca composta da due elementi:  il primo rauh e il secondo -nächte: quest’ultima parola è più semplice da spiegare, è il plurale della parola Nacht che significa ‘notte’, Nächte quindi sono le notti; questi notti sono rauh, è un aggettivo, può significare pungente, aspro, rigido, in italiano esiste anche ‘rauco’, parola molto vicina a rauh.

Le Rauhnächte sono notti molto rigide, fredde e lunghe. Sono le dodici notti a partire dal 24 dicembre fino al 6 gennaio, quindi dalla Vigilia fino all’Epifania, e gli ultimi giorni di questo periodo sono quelli in cui mi sentite qui parlare su cinque parole tedesche.

Ho imparato la parola Rauhnächte da mio padre, che mi spiegava che una volta nel mondo contadino durante questo periodo non si lavorava la terra e la sera non si usciva, perché ci si riuniva intorno a un tavolo per stare insieme, non solo per mangiare, ma anche per cantare e pregare.

Si capisce che si tratta di un momento di riposo in giorni di solito rigidissimi e con poca luce; ma c’è un aspetto rituale. E questo aspetto rituale diventa più chiaro se andiamo al significato originario della parola rauh. L’origine di rauh è la parola rûch, una parola del tedesco antico che significava ‘peloso’ e era usata nell’ambito della conceria, in cui le pelli degli animali venivano chiamati Rauhware, quindi la merce di questo tipo.

C’è qui in mezzo la relazione con gli animali che servivano per il cibo, per il lavoro, ma in questi notti il confine tra mondo umano e animale sembrava più permeabile. Nelle mitologie nordiche si pensava alla trasformazione degli esseri umani in animali e viceversa, ed è proprio sulla pelle che troviamo il segno di trasformazione, perché la pelle umana diventava pelosa.

Non a caso la parola rauh si trova nel titolo di una fiaba dei fratelli Grimm: una principessa che si chiama Allerleirauh (letteralmente sarebbe ‘d’ogni pelo’), che si deve nascondere davanti a suo padre e lo fa proprio cambiando i suoi vestiti, che sono una specie di seconda pelle.

è ovvio che in queste Rauhnächte ‘notti pungenti’ avviene un rito di passaggio: è la fine dell’anno calendario e l’inizio di quello nuovo.

Dei bambini nati durante questo periodo di sabato (il giorno di Saturno) si diceva che avessero doti magiche, Chi era nato in quel giorno poteva vedere spiriti e anche il ritorno di anime morte; ma questi poveretti nati di sabato dovevano anche portare i morti al cimitero e far vedere loro il posto in terra.

Io stessa sono nata in questo periodo di sabato e devo dire che non mi è mai piaciuta questa data così incastrata tra due feste importanti come il Natale e San Silvestro, Ma da quando ho saputo dei Samstagskinder (dei bambini nati di sabato) aspetto fiduciosamente che le doti magiche un giorno si sprigionino anche dentro di me. Chi sa, forse in quest’anno nuovo.