III. Trümmerfrauen
Sono Gerda.
Quando hanno costruito la torre
gli avevo detto: non andare troppo in alto
la sua ombra toccava le stelle.
Non ho più saputo nulla.
Per anni alla radio hanno letto
il suo nome e quello degli altri
ogni lettera un colpo contro una pietra
ogni nome un suono di polvere.
Il mio nome è Käthe.
Quando è crollata la torre
sono rimasta a letto con i miei figli
dal quinto piano siamo caduti giù insieme alle fiamme
frantumato il libro di fiabe e le mani che lo tenevano
A quelli che ci hanno trovato ho detto
copriteci di pece
copriteci di ciclamini rossi.
Mi chiamo Helga.
Ho cercato tra i mattoni della torre
anima per anima sbriciolata
le ho mescolate con il silenzio.
Ho visto il loro tempo in una scheggia di specchio
l’ho visto scorrere goccia a goccia
colare dalle tempie tra le mie mani
granelli d’argento sulle macerie.
Abbiamo preso i pezzi della torre
li abbiamo lavati, asciugati, stirati
la notte quando il tempo scivola via
le pietre sussurrano: Sei ruhig, bleibe ruhig, mein Kind.